Miscela conclusiva

"Non muovetevi, eh"
"No, no, figurati..."
(la foto mossa rende molto lo spirito della serata)
Visione di insieme:
immaginate una strada. Trafficata. Molto. All'inverosimile. Strisce pedonali che traggono in inganno gli automobilisti (che non ne conoscono il significato e pensano siano soli vaghi motivi decorativi per abbellire l'asfalto, spezzandone col chiaroscuro orizzontale il grigiore). Immaginate le luci dei lampioni che diventano nebbiolina arancione palpabile grazie alla pioggia che cade quasi invisibile ma dannatamente presente (e fredda!).
Immaginate una ragazza in equilibrio precario su un misero tacco (e non stiamo parlando di un 12 a spillo, badate bene... ma il mio equilibrio è precario, tout-court) con una groooossa borsa sulla spalla destra, borsa piena di scartoffie e libri, che non aiuta a mantenere stabilità e andatura eretta.
Mettete tutto insieme e mescolate.

Milano + Pioggia + Tacchi = pessima combinazione di fattori

Alla fine, però, sono riuscita ad arrivare a destinazione. Balubà, in via Foldi. Tana dei Giovedì Pinketts. Per il secondo appuntamento della serata. Là dove si respira un clima di casa e dove si ha l'illusione di un'appartenenza che va oltre le parole scritte.
Là dove ogni ritrovo è un ritorno.
Anche se le strade sono bagnate, anche se i taxi non passano, anche se la borsa pesa e l'equilibrio di cui sopra è quello che è.
Sono belli, questi ritrovi-ritorni. Perché le Parole, quelle di solito appese a un labile filo, acquistano consistenza e diventano Altro. Chiamatela suggestione, chiamatela compartecipazione. Chiamatela come volete.
Ma chiamatela!



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