Revolution - di Antonio Lanzetta




Ho avuto la fortuna di poter leggere in anteprima questo romanzo.

Devo avvertirvi: se, come mi auguro, entrerà nelle vostre case, fate attenzione e copritevi bene prima di cominciare la lettura, perché la gelida umidità metallica di Revolution vi penetrerà nelle ossa, bagnandovi fino al midollo, e non riuscirete a togliervela di dosso tanto facilmente.

In un mondo nel quale il sogno degli ultimi è diventare cittadini, liberandosi dal giogo di un’esistenza forzata e grigia, Revolution è la storia di una corsa contro il tempo, mentre la bassa e violacea melodia ronzante dell’Hysia permea le pagine e si fa sempre più pressante. Si legge e si respira metallo, scarti, tubature, fumo e nebbia in un universo che richiama le migliori fantasie che possano mai aver ispirato i capolavori del genere.

È un viaggio che il lettore accetta di intraprendere. È la lotta di Sue e Tyler, deboli e forti come tutti gli oppressi, che decidono di scegliere per se stessi, guardare al di là delle finte e luccicanti apparenze e scoperchiare il velo di fasullo benessere che la società offre come specchietto per le allodole.

I sorrisi di nettare malato del presidente Jons sono difficili da dimenticare. E allora, ecco che le parole di Lanzetta si fanno musica, e Revolution diventa una sinfonia che si fonde con Sympathy for the devil quando Jons presenta se stesso, forte e violento e suadente.

E, pagina dopo pagina, la pioggia continua a cadere, l’umidità aumenta, insieme alle luci violacee che tengono prigionieri i sogni degli uomini.

Jons stilla nettare e veleno nelle orecchie della protagonista. La verità sull’identità di Sue affiorano pian piano, come uova di zanzara a pelo d’acqua. E mentre queste affiorano e si fa largo la Conoscenza, il lettore affonda sempre di più: conscio dell’imminente disastro, dell’insaziabile fame dell’Hysia, ma sorretto dall’unica benedizione che sia concessa agli oppressi: la speranza.

Sonho-1 e il suo sistema sociale di felici esistenze non è che un inganno: uomini, cloni, surrogati. Copie che hanno cancellato la propria identità. Schiavi del sistema. Ecco cosa si nasconde dietro il sogno degli ultimi. La menzogna. Qualcosa di ancora peggiore della morte.

Ma qualcuno alza la testa. Qualcuno scarta dal sentiero tracciato in precedenza.

Nel ghetto, allora, si accendono i primi focolai di rivolta. Un’esplosione isolata. Una sola, ma che risuona. E dilaga, come onde concentriche create da un sasso gettato in uno specchio d’acqua.

Sue Lin, giovane protagonista, è ormai prigioniera dell’inganno. E potrebbe soccombere. Ma lei non è umana. Non del tutto. Questa piccola incendiaria detentrice di energia cela in sé una forza prorompente e dirompente. Devastante. Che potrebbe -potrebbe- vanificare i propositi del serpente suadente, del presidente Jons.

Perché lei è l’unica che può salvare Tyler, il suo amico di sempre, il suo amore. E, salvando lui, può salvare tutti gli altri.

È l’unica, ma non combatte da sola. Con lei, dietro di lei, ecco a tratti apparire Kain, il guerriero drakken: Kain e le sue spade, Kain e i suoi ricordi lontani persi in un altro tempo e in un altro spazio. Kain, deciso e letale e compassionevole. Kain, sorretto dal monito “Ricorda perché vivi”.

E la pioggia, intanto, continua a cadere. Implacabile.

Kain è sempre stato nell’ombra a vegliare sulla vita di Sue.

Perché lei è quella che Jons vuole. Lei è la chiave per ripristinare l’equilibrio.

Lei vi rimarrà nel cuore, scolpendosi come una cicatrice indelebile.

Ricorda perché vivi.

 

La scrittura di Lanzetta è ricca dei dettagli, e questa è una qualità che amo molto in uno scrittore: la capacità di trasportare il lettore sulla scena, di fargli vedere ciò che i personaggi vedono, fargli sentire ciò che loro sentono, abbattendo il muro che troppo spesso divide parole e lettura.

Lo stile fluido mostra quanto padrone sia Lanzetta del genere che tratta. Sul piano puramente lessicale, ho adorato la scelta di particolari aggettivi, calzanti e sempre azzeccati, che definirei quasi “parlanti”. Le pareti “vaiolate”, le cicatrici “increspate”, e tutte le tonalità degli occhi di Sue sono pennellate di pura letteratura.

Revolution è stata la lettura che mi ha accompagnata nel saluto al nuovo anno. E, dai “segni” (leggendo il libro, capirete cosa voglio dire), direi che questo 2015 è iniziato decisamente bene!
 
Sito della Casa Editrice: http://www.lacorteditore.it/

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