Il materiale
informativo di cui sotto è tratto dalla postfazione medica a Sulle scale
(AICE, Bologna, 2004), uscita a firma del dott. Emilio Perucca
(Professore Ordinario di Farmacologia Clinica e Sperimentale dell'Università
degli Studi di Pavia) e del dott. Giovanni Battista Pesce (Segretario Nazionale
AICE - Associazione Italiana contro le Epilessie).
In questa sede
non si ricerca l'esaustività, naturalmente, ma fornire solo alcune piccole
linee guida:
Sotto il termine epilessia si articola un amplissimo e
variegato mondo che intesse le vite di oltre 50 milioni di persone al mondo,
oltre 400.000 in Italia, con una complessa classificazione di diverse forme di
epilessia.
Oltre 40 tipi
di condizioni che, pur diverse sia per fattori clinici sia di prognosi, sono
tutte caratterizzate dal ripresentarsi di manifestazioni parossistiche, dette
crisi, costituite da scariche eccessive di gruppi di neuroni della corteccia
cerebrale.
La
classificazione delle epilessie si articola sia in riferimento alla
sintomatologia, con distinzione tra epilessie generalizzate o parziali a
seconda del relativo coinvolgimento del cervello nella sua totalità o in
limitate aree, sia rispetto alle cause ingeneranti lo stato patologico.
CAUSE
La causa dello
stato patologico, eziopatogenesi, è variamente attribuita a fattori genetici,
organici od ad altri attualmente sconosciuti.
Una epilessia
viene detta idiopatica se indipendente da lesioni cerebrali
identificabili, sintomatica se dipendente da alterazioni strutturali
(diffuse o locali, evolutive o fisse) e criptogenetica se la causa (una
presunta alterazione strutturale) non è evidente.
Non si conosce
ancora bene il perché un focolaio diventi improvvisamente attivo. Sappiamo però
che alcune circostanze possono in alcuni casi scatenare le crisi, non causarle:
irregolarità del ritmo sonno/veglia, stress emotivi, abuso di sostanze alcoliche
o farmaci, luci intermittenti, ciclo mestruale, droghe, ecc.
CRISI
Le scariche
eccessive di gruppi di neuroni della corteccia cerebrale determinano
manifestazioni dipendenti dalla sede in cui sono situate queste cellule.
Il cervello è
organizzato su due emisferi simmetrici, posti in relazione con il lato opposto
del corpo e suddivisi in aree specializzate per il controllo di specifiche
attività sensoriali, motorie, ecc.
Se la scarica si verifica nell’emisfero destro i sintomi possono manifestarsi sul lato sinistro del corpo e viceversa.
Un interessamento di tutto il corpo è possibile se la scarica interessa aree deputate a funzioni complesse, oppure se la scarica si generalizza ad entrambi gli emisferi.
Se la scarica si verifica nell’emisfero destro i sintomi possono manifestarsi sul lato sinistro del corpo e viceversa.
Un interessamento di tutto il corpo è possibile se la scarica interessa aree deputate a funzioni complesse, oppure se la scarica si generalizza ad entrambi gli emisferi.
Il relativo
coinvolgimento delle distinte aree cerebrali della persona soggetta alla crisi
determina la perdita di contatto o meno con l’ambiente e la percezione e
memoria dell’episodio.
I sintomi sono
correlati anche alla specializzazione - motoria, sensoriale e associativa –
dell’area interessata alla crisi. La persona potrà percepire suoni, odori,
immagini, sapori, ecc.; irrigidire, ruotare o contrarre i muscoli di una parte
del corpo o di tutto il corpo; compiere atti involontari o bloccarsi.
Vi sono
manifestazioni impercettibili da terzi ed altre, pur in diversi gradi, più
evidenti come le crisi tonico-cloniche con caduta a terra e scosse della
muscolatura.
In alcuni casi
le crisi possono essere precedute da un’aura in cui la persona percepisce
l’avvicinarsi della crisi, ma in molti casi le crisi si presentano senza
sintomi premonitori.
Le crisi
possono, a seconda dei quadri clinici, presentarsi con frequenze diverse – da
più crisi al giorno a una in più anni – e con sintomatologia diversa anche
nella stessa persona.
DIAGNOSI
Numerosi sono gli esami strumentali che possono aiutare la definizione di una diagnosi.
Non sempre le cause sono evidenziabili dall’attuale
livello strumentale (EEG, TAC, RMN, ecc).
La descrizione il più possibile accurata della crisi è
il supporto necessario per una buona diagnosi.
Quando la persona non è in grado di descrivere quello
che è accaduto diventa fondamentale la testimonianza di altre persone che
abbiano assistito alla crisi.
CURA
L’epilessia è
una malattia neurologica ed i medici preposti alla sua cura sono, per l’età
evolutiva, i neurologi, i neuropediatri ed i neuropsichiatri infantili, e, per
quella adulta, i neurologi.
Una specifica
loro competenza in epilettologia è fondamentale per un corretto percorso di diagnosi,
terapia ed assistenza socio-sanitaria della persona affetta da epilessia.
Alcune
epilessie idiopatiche ad esordio nell’infanzia tendono a guarire
spontaneamente.
Circa il 70%
delle persone affette da crisi epilettiche risponde alla terapia farmacologica.
Nel rimanente
30% la terapia farmacologica cerca il compromesso migliore tra la riduzione del
numero di crisi e l’insorgenza di effetti collaterali dei farmaci.
Un certo
numero, pur limitato, di persone farmacoresistenti è idoneo ad essere
sottoposto ad un trattamento chirurgico, che è mirato ad eliminare l’area
cerebrale da cui originano le crisi.
Ciò è
naturalmente possibile solo nei casi in cui l’area da rimuovere non sia
essenziale per il funzionamento globale del cervello.
L’approccio
medico alla persona affetta da epilessia e alla sua famiglia non deve limitarsi
alla definizione della diagnosi e della terapia ma, sin dalla prima
comunicazione della diagnosi, deve offrire una corretta informazione sugli
aspetti medici e sui percorsi d’integrazione sociale e di assistenza
sociosanitaria per la persona affetta e per chi lo assista.
Troppo spesso
la mancanza di percorsi integrativi comporta un eccesso di limitazioni alla
persona affetta da epilessia: queste vanno sempre vagliate e risolte offrendo
positivamente alternative.
AICE –
Associazione Italiana Contro l’Epilessia – è l’organizzazione laica nazionale
impegnata in particolare nell’integrazione sociale delle persone affette da
epilessia e delle loro famiglie.
LICE
– Lega Italiana Contro l’Epilessia – è l’organizzazione professionale nazionale
dei medici impegnati nella cura delle persone affette da epilessia.
INTEGRAZIONE SOCIALE
Il primo danno
che si compie verso una persona affetta da patologia cronica è ridurre la sua
persona al solo dato patologico.
“Epilettico”
è una definizione riduttiva e negativa che ottunde l’interesse verso le altre
peculiarità che, anche positivamente, caratterizzano una persona.
Forme diverse
di epilessia implicano vari gradi d’invalidità che, giuridicamente e sulla base
di tabelle superate concettualmente, vengono definiti sulla base del numero di
crisi e dal loro essere parziali o generalizzate.
L’accesso alle
agevolazioni per la persona affetta da epilessia e la sua famiglia è correlato
alla certificazione della situazione di handicap e d’invalidità.
SCUOLA
Le crisi si manifestano spesso in età evolutiva.
Le crisi
stesse, la relativa terapia e l’ambiente socio-culturale intervengono in questo
caso in una situazione individuale complessa e che si modifica rapidamente nel
tempo.
Una diagnosi di
epilessia non preclude l’accesso a qualunque percorso scolastico, anche di tipo
avanzato.
Molte sono le
preminenti figure della politica, dell’arte come pure dello sport e di altre
attività che, ieri come oggi, sono affette da epilessia.
Numerosi sono
comunque i quadri intellettivi che possono presentarsi. Le difficoltà cognitive
e relazionali eventualmente presenti non sono in genere legate direttamente al
disturbo neurologico di tipo epilettico, ma ad un quadro patologico in cui si
associano altre forme d’invalidità.
Ai normali
percorsi d’integrazione scolastica previsti dalla normativa italiana per la
scuola pubblica si evidenzia l’opportunità, in specie nei casi più gravi, di
una corretta comunicazione tra famiglia ed organi scolastici dirigenti per
definire, caso per caso, una adeguata comunicazione, informazione e formazione
nella comunità scolastica.
Si segnala come
l’AICE abbia ottenuto in alcune province italiane, a prescindere dalla
patologia e dalla sua cronicità, la possibilità della somministrazione dei
farmaci in orario scolastico. L’AICE sta adoperandosi affinché tale opportunità
sia estesa a tutto il territorio nazionale.
Persone affette da epilessia operano comunemente nei
differenti settori lavorativi, anche a livello dirigenziale. Sulla base del
riconoscimento di un certo grado d’invalidità è, nei casi che lo necessitano,
possibile accedere al collocamento mirato competente alle amministrazioni
provinciali.
L’AICE
rivendica la necessità che, in specie a chi manifesti crisi con perdita di
contatto con l’ambiente, venga garantito l’accesso al collocamento mirato.
PRECONCETTO
Nelle varie culture, come pure nel loro stesso
evolversi, le manifestazioni delle epilessie sono state correlate a
manifestazioni extraumane – sacre o demoniache – o naturali.
Molte delle
manifestazioni sono impercettibili ed il dichiararle porta a volte un danno
sociale alla persona affetta e alla sua famiglia maggiore di quello
determinato dallo specifico stato patologico.
Purtroppo anche
l’attuale giurisprudenza risente di ritardi culturali.
La
clandestinizzazione della numerosa popolazione affetta da epilessie è sostenuta
anche dal persistere
delle
limitazioni imposte dalla malattia anche dopo l’esserne completamente guariti.
L’AICE si sta
adoperando affinché alla guaribilità certificata dai medici specialistici e
verificata dalle competenti commissioni medico-legali vengano a cadere le
limitazioni alle libertà personali connesse al precedente stato patologico.
COME AIUTARE UNA PERSONA DURANTE UNA CRISI
L’improvviso manifestarsi di una crisi determina, a seconda della relativa
platealità, impatti emotivi diversi in chi assiste.
In tutti i
casi, mantenere la calma è l’unico modo per poter aiutare la persona in
difficoltà.
In questa sede
ci si limita a fornire consigli generali e relativi a quel tipo di crisi che,
per la loro evidenza, sono le più note.
Quando la crisi
è iniziata bisogna lasciarla evolvere liberamente, offrendo un minimo di azione
a tutela della persona soggetta.
Se si tratta di
una assenza (interruzione della coscienza senza fenomeni motori
importanti), attendere che termini senza, nel frattempo, sottoporre la persona
a nessuna sollecitazione.
Alla ripresa
del contatto fornire l’aiuto, se necessario, affinché la persona si ricolleghi
alle azioni che stava compiendo prima della crisi.
Se la crisi si
manifesta con caduta, irrigidimento e scosse, porre sotto la testa
qualcosa di morbido e, per evitare che la saliva possa entrare in trachea,
ruotare la persona su un lato.
Allontanare la
persona da eventuali fonti di pericolo. Non infilare nulla in bocca.
Generalmente la crisi cessa in breve tempo, da alcuni secondi ad alcuni minuti,
due o tre.
Al termine della crisi la persona può necessitare di un periodo, più o meno lungo, per riprendersi completamente.
E’ opportuno agevolare la sua ripresa di contatto con l’ambiente offrendo un riferimento di sicurezza e di disponibilità all’aiuto.
Evitare inutili sollecitazioni determinate dal pur comprensibile stato emotivo di chi assiste alla crisi. Il comprendere che la persona che è soggetta a crisi s’irrigidisce e scuote il proprio corpo senza sentire dolore aiuta ad evitare lo stato di ansia di chi assiste e a concentrarsi sulle piccole azioni di assistenza necessarie.
Utile è, a prescindere dalle azioni connesse alla specificità dei singoli casi, accertarsi della necessità di contattare terzi e comunicare la descrizione della crisi.
Se le crisi superano i tre minuti di orologio è opportuno chiamare il 118, pronto soccorso.
Al termine della crisi la persona può necessitare di un periodo, più o meno lungo, per riprendersi completamente.
E’ opportuno agevolare la sua ripresa di contatto con l’ambiente offrendo un riferimento di sicurezza e di disponibilità all’aiuto.
Evitare inutili sollecitazioni determinate dal pur comprensibile stato emotivo di chi assiste alla crisi. Il comprendere che la persona che è soggetta a crisi s’irrigidisce e scuote il proprio corpo senza sentire dolore aiuta ad evitare lo stato di ansia di chi assiste e a concentrarsi sulle piccole azioni di assistenza necessarie.
Utile è, a prescindere dalle azioni connesse alla specificità dei singoli casi, accertarsi della necessità di contattare terzi e comunicare la descrizione della crisi.
Se le crisi superano i tre minuti di orologio è opportuno chiamare il 118, pronto soccorso.
Ciò anche se a
crisi terminata la persona non mostra ripresa di contatto con l’ambiente.
Al primo
episodio è comunque opportuno recarsi in ospedale per i relativi accertamenti.
Tra le varie
crisi esistono anche quelle parziali complesse in cui la persona compie
azioni indipendenti dalla sua volontà
– gesticola in
modo automatico, corre, ride ecc. – , che non è opportuno impedire ma occorre
lasciare che evolvano liberamente.
In caso di pericolo ed a seconda dei casi basterà sollecitare la persona con richiami vocali, indirizzarla con le mani e agire con il buon senso.
In caso di pericolo ed a seconda dei casi basterà sollecitare la persona con richiami vocali, indirizzarla con le mani e agire con il buon senso.
TRASPORTO
Il rilascio e
rinnovo della patente è attualmente
previsto a seguito di un intervallo di assenza delle crisi di due anni.
L’AICE si sta
adoperando, a prescindere dalla patologia di riferimento, affinché il costo dei
rinnovi per le patenti speciali non sia, in pari intervallo di tempo, superiore
a quello delle normali.
L’AICE ha
avanzato la richiesta che, per i rinnovi successivi al primo, la durata del
rinnovo sia estesa a quattro anni per il secondo rinnovo e a cinque per i
successivi.
L’AICE ha
inoltre avanzato la richiesta che, su certificazione medica specialistica, sia
concesso un permesso di guida annuale per coloro che soffrono di crisi solo
durante il sonno. L’AICE sostiene, insieme ad altre associazioni, la necessità
di un accesso alle agevolazioni al trasporto anche per chi ha limitate capacità
di deambulazione per cause neurologiche o cognitivo-relazionali.
GUARIBILITA
In numerosi
casi è possibile guarire dalle epilessie, sia spontaneamente sia a seguito di
terapie farmacologiche o chirurgiche.
Il trattamento
farmacologico di una epilessia non deve essere mai sospeso bruscamente e
l’eventuale sospensione deve essere praticata con modalità graduali e solo
sotto stretto controllo medico.
Il grado di
guaribilità è diverso a seconda della specifica forma di epilessia ed allo
stato di salute della persona affetta.
Emilio Perucca
Giovanni Battista Pesce
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